OGGI NON DORMIRO' (di Sabrina Ginocchio) - Sabrina Ginocchio

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Ronf il piccolo bradipo se ne stava appeso ad un ramo. Dormiva della grossa, e ogni tanto russava. Sì, i bradipi dormono così, e dormono anche tanto, più di venti ore consecutive, è la loro specialità. Per cadere nel sonno non hanno bisogno di ascoltare ninne nanne. Pensate: sono così pigri che scendono dall’albero solo quando devono fare la popò.
Ma un giorno, Ronf si disse: “Oggi non dormirò! Sono un cucciolo e voglio giocare, divertirmi come gli altri animali. Voglio avere anch’io qualcosa di divertente da raccontare”.
Era lì a testa in giù che pensava a cosa fare prima, abbracciato al tronco dell’albero.  Si ritrovò muso contro muso con una piccola giraffa.
«Ciao, come ti chiami? Io sono Ronf».
«Io Raffy. Piacere di conoscerti. Che strano, non ho mai visto uno di voi bradipi sveglio».
«Sì, ma io ho voglia di fare cose, conoscere il mondo… avrò tempo di dormire quando sarò grande. Dove stai andando?».
«Ho un appuntamento al fiume con gli altri cuccioli per giocare insieme».
Ronf sbadigliò.
«Che bello! Posso venire anch’io?». E sbadigliò di nuovo.
«Certo, però devi essere veloce. Mi sembra che tu abbia sonno».
«No, no… è solo abitudine, sai, se uno dorme sempre poi fa fatica a stare sveglio. Andiamo!».
E così Ronf e Raffy si misero in marcia. Raffy aveva le gambe lunghe lunghe, con un passo faceva due metri, e Ronf doveva correre per starle dietro, e questo fatto era starno perché i bradipi sono molto lenti. Quando arrivò al fiume era stanco morto, aveva male alle zampine e il fiatone, non aveva mai camminato tanto in vita sua. Anzi, veramente era la prima volta che si era allontanato dal suo albero. Gli occhi non volevano saperne di rimanere aperti, voleva riposarsi e dormire, ma voleva anche dimostrare a sé stesso che poteva stare sveglio.
Gli altri cuccioli decisero di giocare a nascondino. Fecero la conta e venne fuori Ronf.
«Non ho mai giocato a nascondino.  Cosa devo fare?».
«È semplice» gli spiegò Raffy.  «Ti giri verso questo albero, con gli occhi chiusi e conti fino a cento. Noi intanto ci nascondiamo. Poi ci vieni a cercare, quando ci vedi devi correre all’albero e se arrivi per primo allora l’altro è eliminato e tu vinci. L’ultimo che viene eliminato prenderà il tuo posto, ma attenzione! Se arriviamo prima noi all’albero, allora noi vinciamo e tu perdi».
Ronf era emozionato, per la prima volta stava giocando e voleva fare una bella impressione. Si appoggiò al tronco e con gli occhi chiusi iniziò a contare.
«Uno, due, tre, quattro, cinque …». Ma contava sempre più lento e quando arrivò a cinquanta sbadigliò e si addormentò, aggrappato all’albero come faceva sempre.
Intanto, tutti i cuccioli si erano nascosti e aspettavano che lui li andasse a cercare.
Aspetta e aspetta, Raffy a un certo punto si stancò di tenere il suo lungo collo accartocciato per non farsi scoprire. E poi perché Ronf non veniva a cercarli? Alzò un poco la testa cercando di non farsi vedere e si guardò intorno.  Vide Ronf che dormiva, sospirò e si alzò, decisa a chiamare gli altri e a cambiare gioco. Ma in quel momento vide un coccodrillo uscire dal fiume, i denti aguzzi scoperti. Voleva mangiare Ronf!
Raffy diede subito l’allarme. Tutti i cuccioli uscirono dal loro nascondiglio, Raffy corse verso Ronf, che ancora dormiva beato.
«Svegliati! Svegliati!» gridò.
Ronf aprì mezzo occhio.
“Che succede? Dormivo così bene…”.
Vide Raffy che correva verso di lui.
“Stiamo ancora giocando? Perché Raffy grida?”.
Si girò e vide il grosso coccodrillo. Era lì, con la bocca spalancata e i denti aguzzi, Ronf sentiva il puzzo del suo alito. Allora fece un gran salto e abbracciò il collo di Raffy, lei subito si mise a correre e lasciarono il coccodrillo a bocca asciutta.
Ronf, però, una volta che fu passata la paura, divenne triste.
«Per colpa mia non avete giocato. Sono un buono a nulla!».
«Ma no. È che ognuno di noi ha caratteristiche diverse, nessuno è migliore e nessuno è peggiore degli altri. Tu sei un bradipo e per te dormire è importante! Facciamo così: domani passerò a prenderti al tuo albero, tu ti attaccherai al mio collo come se fosse un tronco. Giocherai con noi rimanendo agganciato a me, così staremo tutti insieme e se ti verrà sonno… beh, ti basterà chiudere gli occhi e non correrai alcun pericolo».
E così, Ronf trovò molti nuovi amici per giocare e divertirsi, ma senza dover cambiare la sua natura.
 
 
Mai andare contro la propria natura

 

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